INFERNO
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Canto I
TEMI
Il canto primo dell'inferno inizia in Media Res (ad azione già avviata), giovedì 14 marzo del 1300, quando Dante si trova già in cammino. La scelta della data di inizio non è per niente casuale perché Dante, iniziato il viaggio di giovedì, lo finirà, arrivando in paradiso, di domenica 17 marzo che, in quell'anno, corrispondeva al giorno di pasqua.
Il primo canto dell'inferno è ambientato nella selva dove si trova Dante, e che viene descritta all'inizio del canto.
Gli avvenimenti principali di questo canto sono l'incontro e la presentazione delle 3 fiere (lonza, leone e lupa) e di uno dei personaggi più importanti della commedia, ovvero Virgilio che espone a Dante il viaggio che dovrà affrontare nei 3 mondi (inferno, purgatorio e paradiso).
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- lonza (incrocio tra lince e leopardo) = simbolo della lussuria, agile e veloce, si insinua nell'anima umana.
- leone = simbolo della violenza incontrollata.
- lupa = simbolo della cupidigia (desiderio ardente), appare magra e carica di desideri che la consumano.
- Virgilio = guida di Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
PERSONAGGI SECONDARI CITATI
- Giulio Cesare = Virgilio nasce durante il suo impero.
- Enea, Achille, Camilla, Eurialo, Turno e Niso = personaggi dell'Eneide citati per creare un parallelismo.
- Veltro = cane possente in grado di uccidere la lupa; uno dei più grandi enigmi del poema: si pensa faccia riferimento ad Arrigo VII o a Cangrande ma sicuramente non una figura papale.
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Canto II
TEMI
E' venerdì santo e Dante sta uscendo dalla selva per intraprendere il suo lungo viaggio oltremondano, quando cominciò ad essere travolto da dubbi sulle sue capacità. Trovò conforto in Virgilio che gli spiegò perché intraprendere questo viaggio e soprattutto gli disse che era stata una "donna beata e bella" (beatrice) scesa dal paradiso a implorarlo di recargli aiuto durante il viaggio.
Le perplessità di dante sul motivo di questo suo percorso sorgono perché solo due persone prima di lui lo avevano intrapreso: Enea per salvare il suo impero e San Paolo per la vita della chiesa (a cui dante dedica cinque terzine all'interno della commedia).
Virgilio infine sollecita Dante ad abbandonare ogni timore in quanto anche l'intelletto celeste (rappresentato da Maria e Santa Lucia) si rivela favorevole a questo suo viaggio; così Dante si ricrede e decide definitivamente di procedere lungo la retta via.
FIGURE PRINCIPALI
- Beatrice = descritta con tratti stilnovistici (donna angelica che porta alla salvezza dell'anima), introdotta e presentata all'interno del discorso di Virgilio.
- Beatrice rappresenta per dante il giovane desiderio passionale che lo spinse alla ricerca dei valori totali e perfetti.
- Maria che in ciel si compiace = Madonna, viene descritta da Beatrice come donna piena di grazia preoccupata per Dante e che decide di affiancargli la figura di Virgilio come guida.
- Santa Lucia = ha avuto un ruolo fondamentale nella vita spirituale di Dante che si affidò a lei per la guarigione da una malattia.
- Virgilio = presenta il personaggio di Beatrice ed illustra a Dante i motivi per cui deve intraprendere il viaggio.
- Dante = protagonista, dubbioso del suo futuro.
PERSONAGGI SECONDARI CITATI
- Enea = citato attraverso una anastrofe (il padre di Silvio figlio di Enea e Lavinia).
- San Paolo = presentato all'interno di un excursus dal verso 15 al verso 30.
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Canto III
TEMI
Dante e Virgilio giungono la sera del venerdì santo davanti alla porta dell'Inferno su cui è incisa la scritta "lasciate ogne speranza, voi ch'intrate" che per coloro che varcano la porta implica una eterna condanna tra le sofferenze di ogni genere.
Dopo varie incertezze Dante, incoraggiato da Virgilio, varca la porta dell'inferno. Prova subito una sensazione di tumultuosa confusione data da urli, pianti e grida di dolore delle anime degli ignavi che sono coloro che in terra non si schierarono con nessuna posizione e rimasero neutrali come ad esempio: gli angeli che furono neutrali nello scontro tra Dio e Lucifero e papa Celestino V che rinunciò all'incarico di papa.
Alla visione degli Ignavi Dante introduce il tema della pena all'interno della commedia che deve essere un preciso e concreto riferimento al peccato commesso in vita terrena (legge del contrappasso cioè ricevere una pena che dovrebbe essere l'esatto contrario di quella commessa).
l'incontro con queste anime però è talmente ripugnante che Dante cambia discorso e comincia a guardarsi attorno notando una folla di anime nei pressi dell'Acheronte, il fiume infernale dove Caronte (creatura diabolica dagli occhi di fuoco) accompagna le anime all'interno del primo cerchio dell'Inferno.
Caronte alla visione di un'anima ancora viva si infuria e invita Dante a farsi accompagnare da un altro nocchiere fino all'aldilà; qui interviene però Virgilio che fa intendere a Caronte che questo viaggio è voluto da Dio quindi nessuno può opporsi.
D'un tratto un tremendo terremoto scuote la regione infernale, si alza un forte vento e Dante come vinto dal sonno cade svenuto.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Caronte= traghettatore infernale, creatura diabolica dagli occhi di fuoco e una folta e lunga barba bianca.
PERSONAGGI SECONDARI CITATI
- Ignavi=le anime di coloro che in terra non si schierarono con nessuna posizione e rimasero neutrali.
- Papa Celestino V=rinunciò all'incarico di papa.
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Canto IV
TEMI
Dante si risveglia dal sonno grazie ad un tuono e comprende di trovarsi oltre l'Acheronte, nel primo cerchio dell'Inferno.
Virgilio invita Dante a seguirlo attraverso l'Inferno ma Dante, pieno di paura, si chiede perché dovrebbe percorrere il Cerchio; Virgilio sa che Dante è pieno di angoscia perché all'interno dell'Inferno ci sono molte anime che Dante conosce molto bene, e dopo aver ricordato a Dante che la strada da percorrere è ancora lunga, si addentrano nel primo Cerchio, il Limbo.
Appena entrati Dante sente il respiro di molte anime che non subiscono alcuna pena, e Virgilio gli spiega che sono le persone che in vita non sono state battezzate, il che li esclude dalla salvezza (Paradiso).
Oltre ai non battezzati ci sono pure i pagani, cioè coloro che non credevano in Dio; la loro pena consisteva nel desiderio assoluto di vedere Dio.
Dante intuisce che nel Limbo sono sospese anime di grandissimo valore e Virgilio gli spiega come dopo la Resurrezione, Cristo arrivò nel Limbo e portò con sé molti patriarchi biblici, tra questi Adamo, Rachele, Abele…
Continuando il percorso Dante scorge una luce in lontananza a formare un semicerchio; lì vede che risiedono persone di fama che meritano una distinzione nell'Aldilà. Successivamente Dante sente una voce, ed è qui che Virgilio presenta a Dante queste quattro anime: Omero, Ovidio, Lucano, Orazio.
Le anime integrano amichevolmente Dante nel gruppo e di questo Virgilio ne è felice, infatti lo vede come il sesto uomo tra loro.
I sei successivamente arrivano dove Dante vedeva la luce; qui risiede un castello con 7 entrate. I sei entrano e arrivano ad un giardino dove incontrano delle anime virtuose (spiriti magni). Tra questi Dante scorge Elettra, Enea, Cesare e tanti altri; poi scorge tantissimi filosofi tra cui Aristotele, Platone, Socrate e si ferma perché non riesce ad elencarli tutti.
Infine Dante e Virgilio si separano dalle quattro anime e si addentrano nel II Cerchio.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione.
- Omero, Ovidio, Lucano, Orazio.
FIGURE SECONDARIE
- Gli spiriti magni = coloro che risiedevano nel castello riempito di luce nel Limbo.
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Canto V
TEMI
Dante e Virgilio si trovano adesso nel secondo cerchio, quello dei lussuriosi. All'ingresso si trova Minosse, il giudice infernale, incaricato ad ascoltare i peccati delle anime e a comunicare loro la destinazione all'interno dell'Inferno, arrotolando la sua coda di serpente di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione. Anche lui cercherà di dare un avvertimento al protagonista nel proseguire il viaggio, non trovando esito positivo.
Nel buio si odono pianti e grida, e a sovrastarli il frastuono di una tempesta. Le anime dei dannati sono rapite e sbattute qua e là da una bufera e volando lanciano lamenti continui. Alcuni dei peccatori sono grandi personaggi dell'antichità orientale, greca e romana, e poi del mondo dei romanzi cavallereschi.
Dante desidera parlare con due anime in particolare: Paolo Malatesta e sua cognata Francesca, una coppia di adulteri di Rimini vissuti nella seconda metà del Duecento. Dante incuriosito dalla loro storia d'amore pone diverse domande a Francesca; terminato il racconto (l'innamoramento di Paolo per lei, il proprio innamoramento per lui e la loro simultanea morte per opera del marito e fratello tradito), Paolo piange e Dante sviene.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Francesca da Rimini e Paolo Malatesta = coppia di adulteri di Rimini vissuti nella seconda metà del Duecento.
PERSONAGGI SECONDARI
- Lussuriosi = in vita si lasciarono travolgere dalla passione amorosa, sono condannati a essere travolti da una bufera.
- Minosse, Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride, Tristano e Isotta = grandi personaggi dell'antichità orientale, greca e romana, e del mondo dei romanzi cavallereschi.
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Canto VI
TEMI
Dante si trova in un nuovo ambiente: il terzo cerchio.
Una pioggia gelida inzuppa il terreno e riempie l'atmosfera di odori disgustosi. Di fronte al protagonista e alla sua guida si presenta Cerbero che sbarra il passo ai due, ma Virgilio gli getta tra le bocche due manciate di terra, per le quali la creatura si acquieta.
I due avanzano per il cerchio camminando sulle anime afflitte. Una di queste si innalza per farsi riconoscere da Dante. Si tratta di Ciacco. Dante lo interroga sul futuro della loro città ed egli risponde che saranno prima i guelfi bianchi e poi i guelfi neri a prevalere e lo scontro avverrà in modo violento e doloroso. La corruzione della città verte su tre cause: superbia, invidia e avarizia.
Dante domanda sul destino nell'aldilà di cinque concittadini illustri avendo conferma che sono tutti all'Inferno, nei cerchi più profondi. Così il dannato ricade sprofondando nel terreno. Virgilio spiega che non si risveglierà fino al Giudizio universale e dopo la resurrezione dei corpi, il tormento dei dannati sarà maggiore.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Cerbero = cane a tre teste dai tratti antropomorfi, tormenta i peccatori, latrando e graffiandoli (guardiano del terzo cerchio).
- Ciacco = primo peccatore fiorentino che Dante incontra all'Inferno, si presenta e ammette la propria colpa: la gola.
PERSONAGGI SECONDARI
- Golosi = in vita cedettero al peccato di gola, all'Inferno schiacciati e feriti da Cerbero, si rotolano nel fango e costretti a ingozzarsi con esso.
- Farinata, Tegghiaio, Iacopo Rusticucci, Arrigo e Mosca = cittadini di Firenze che posero il loro ingegno per il bene della città.
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Canto VII
TEMI
Pluto, il demone custode del cerchio dell'avarizia, quando vede i due poeti grida parole incomprensibili con il fine di far prendere paura a Dante e dissuaderlo dal viaggio. Interviene quindi Virgilio, che gli ordina di tacere, affermando che nessuno può impedire a Dante di compiere il suo viaggio in quanto voluto dal cielo.
Superato l'ostacolo i due poeti scendono nel quarto cerchio dove li aspettano due grandi schiere di dannati: gli avari e i prodighi.
Il protagonista pone tre domande a Virgilio: egli si accorge che molti peccatori hanno il capo tonsurato (taglio particolare di capelli che permette di contraddistinguere i chierici dai laici) e chiede dunque se sono membri del clero e la guida risponde affermando; successivamente domanda perché allora non riesce ad identificare nemmeno uno di loro e Virgilio spiega che ogni tentativo di riconoscimento è invano in quanto stati logorati e resi irriconoscibili dalla legge del contrappasso; l'ultima questione riguarda invece la natura della Fortuna che Virgilio spiega come forza proveniente da Dio per governare la circolazione delle ricchezze sulla terra.
Il racconto riprende con la discesa al quinto cerchio che avviene seguendo un fossato che alimenta la palude Stige.
Dalla sponda Dante riconosce i peccatori immersi nel fango della palude, dilaniati in un'eterna lotta, sono gli iracondi. Sotto la superficie dell'acqua ci sono inoltre altri peccatori che ripetono un eterno canto di rimorso.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Pluto= l'antico dio della ricchezza degradato qui a demone dalla lingua incomprensibile.
- Avari e prodighi = si muovono in direzioni opposte spostando pesanti macigni e insultandosi ogni volta che si incontrano.
- Iracondi = immersi nella palude Stige si malmenano tra loro.
- Accidiosi = in vita covarono rabbia senza godere della bellezza del mondo ora non possono godere della bellezza della parola e dell'aria poiché sospirano sotto il fango.
Canto VIII
TEMI
Dante e Virgilio si trovano nel quinto cerchio, quello degli iracondi.
Il testo inizia con un "flashback" per raccontare quanto era accaduto prima che fossero arrivati alla torre: si racconta di un segnale luminoso partito dalla torre sulla riva esterna della palude e di un'altra torre, sulla riva opposta, da cui un'altra luce ha risposto. Facendo arrivare una piccola nave.
Il demone è Flegias, guardiano della palude, che si rivolge a Dante e Virgilio come a due anime da catturare. Virgilio lo disillude: il suo ruolo è solo quello di traghettarli al di là. Deluso, Flegias li lascia salire sulla barca. Solo al momento in cui vi sale sopra il protagonista, la barca si abbassa sulla linea dell'acqua: gli altri due passeggeri sono incorporei.
Durante la traversata della palude l'anima di Filippo Argenti, un fiorentino contemporaneo di Dante, attacca verbalmente il protagonista che non attenderà a rispondere.
Virgilio ricorda la reale miseria delle anime come quella di Filippo, superbe e piene di ira, che si credono grandi e invece sono destinate a lasciare di sé nel mondo soltanto una scia di disprezzo.
Dante avrebbe piacere di veder Filippo punito ulteriormente per i suoi peccati; Virgilio conferma che questo accadrà.
Il sesto cerchio, per il quale Virgilio usa il nome di città di Dite, Dante ne scorge da lontano l'architettura: torri, cupole simili a quelle delle moschee, rosse come se fossero infuocate, e poi mura e fossati di difesa.
Non appena Flegias li fa scendere dalla barca, di fronte alla porta della città, un esercito di diavoli si fa avanti per proteggerla dall'arrivo di questo viandante vivo. Minacciano di catturare Virgilio e costringere Dante a tornare indietro da solo.
La narrazione si interrompe per chiedere al lettore di immaginare lo sgomento del protagonista. Dante è spaventato ma la guida si fa avanti per condurre una trattativa coi diavoli.
Dante non riesce a sentire cosa Virgilio dica ai diavoli e cosa questi rispondano, ma capisce che il tentativo di mediazione proposto dalla guida è fallito.
Le porte della città vengono serrate e Virgilio torna indietro, abbattuto, bianco in volto. Promette, comunque, che in loro aiuto sta già discendendo qualcuno che darà loro accesso anche a questa zona dell'inferno.
FIGURE PRINCIPALI
Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
Flegias, Filippo Argenti e Diavoli.
Canto IX
TEMI
Il nono canto dell'Inferno descrive la zona in cui sono puniti i traditori. Questa zona è situata nella parte più bassa dell'Inferno ed è divisa in tre cerchi, ognuno dei quali punisce uno specifico tipo di tradimento.
Nel primo cerchio, chiamato "Cerchio degli ipocriti", sono puniti coloro che sono stati falsi e ipocriti durante la vita. Nel secondo cerchio, chiamato "Cerchio dei Corti", sono puniti coloro che sono stati infedeli in amore o in amicizia. Nel terzo cerchio, chiamato "Cerchio dei gulag", sono puniti coloro che hanno commesso il tradimento più grave, ovvero quello contro Dio.
All'interno di questo canto l'autore e Virgilio continuano il loro viaggio attraverso l'Inferno fino ad arrivare al luogo in cui i dannati sono puniti con una pioggia di fango e una nebbia fitta che impedisce loro di vedere.
Dante incontra Giuda Iscariota, il traditore di Gesù Cristo, che è tormentato da un demonio che gli sta conficcando una lancia nel ventre. Successivamente il poeta incontra anche altri famosi traditori, tra cui il fratello di Cesare, Bramante e Porsenna, che descrive come i loro corpi sono completamente immersi nel fango e come essi gemono e soffrono.
Questo canto mostra come Dante punisca duramente i traditori, considerati i peccatori più malvagi, che hanno tradito la loro fedeltà e le loro lealtà verso le persone a cui erano legati. In generale, il nono canto dell'Inferno è una rappresentazione potente e intensa della punizione per i traditori e un esempio della visione morale rigorosa di Dante.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione.
- Giuda Iscariota = traditore di Gesù Cristo, anima punita da un demone che lo trafigge nel ventre con una lancia.
FIGURE SECONDARIE
- Fratello di Cesare, Bramante e Porsenna.
Canto X
TEMI
Dante e Virgilio avanzano all'interno delle mura della città di Dite, tra le tombe scoperchiate, i quali coperchi saranno chiusi al momento del Giudizio Universale. Si trovano nel cerchio degli eretici e nella zona dove sono puniti gli epicurei.
Una voce proveniente da uno dei sepolcri si rivolge a Dante, è Farinata degli Uberti; i due mentre dialogano vengono interrotti da un'altra anima, Cavalcante de' Cavalcanti, padre del poeta Guido Cavalcanti. Questo sentendo parlare del figlio al passato remoto, interpreta ciò come segno della morte di Guido, ricadendo quindi nella propria tomba.
Il dialogo con Farinata riprende: il dannato rivela che la sconfitta dei ghibellini, lo tormenta più delle fiamme dell'Inferno, e predice al protagonista un destino da esiliato.
Il canto nomina altri dannati presenti nel sepolcro degli epicurei: Federico II, imperatore del Sacro romano impero, e il cardinale Ottaviano degli Ubaldini.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Farinata degli Uberti = capo ghibellino (epicureo, ovvero segue la corrente filosofica per la quale esiste la mortalità dell'anima).
- Cavalcante de' Cavalcanti = padre del poeta Guido Cavalcanti, inserito da Dante per parlare del figlio; è epicureo.
Canto XI
TEMI
I due si trovavano ora nel cerchio dell'eresia, dove Dante intravede una tomba con un'iscrizione: papa Anastasio Il.
Virgilio fornisce una descrizione dei luoghi e dei peccati che incontreranno da qui in poi e li distingue in diversi peccati di malizia. La prima distinzione è tra peccati di violenza e peccati di frode. La frode è considerata un'attitudine tipica solo degli esseri umani ed è quindi punita più in basso. Se esercitata contro coloro che si fidano di noi si configura come tradimento ed è punita nel nono e ultimo cerchio.
La violenza può avere tre diversi oggetti: si può esercitare contro Dio, contro il proprio prossimo e contro se stessi. Virgilio quindi elenca i sei tipi di violenza che Dante vedrà puniti nel settimo cerchio.
Il cerchio ottavo racchiude tipologie di peccati accomunati dalla volontà che li anima di ingannare il prossimo.
Il protagonista pone una domanda sui cerchi precedenti, sul perché quei peccatori non sono puniti fuori della città di Dite e la guida risponde che quei peccati sono classificabili come peccati di incontinenza, cioè riguardano solo un momentaneo soccombere agli appetiti e perciò meno gravi. Una seconda domanda, sulla natura peccaminosa dell'usura.
PERSONAGGI PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Papa Anastasio II = regnò nel periodo più critico dello scisma tra Chiesa d'oriente e Chiesa d'occidente.
Canto XII
TEMI
In questo canto Dante e Virgilio, attraverso un dirupo scosceso, giungono nel VII cerchio; qui, a guardia dell'ingresso, c'è il Minotauro.
La bestia mitologica, alla vista dei due poeti, inizia a sfogarsi mordendosi, perché non riesce a rivolgere la sua ira contro di loro. Virgilio interviene dicendo al Minotauro che Dante è sceso per volontà divina, quindi deve passare.
Mentre il Minotauro saltava in giro dalla rabbia i due poeti scendono attraverso una frana provocata dopo dell'arrivo di Virgilio nell'Inferno, nonché con la morte di Cristo in croce.
Dante e Virgilio arrivano alle sponde del fiume di sangue Flagetonte custodito dai Centauri; qui i peccatori sono coloro che hanno compiuto azioni violente contro il prossimo.
Nesso, il centauro ucciso da Ercole, minaccia i due poeti con l'arco e chiede a quale pena devono scontare. Virgilio chiede di parlare con Chirone, il maestro di Achille, e anche lui ribadisce che Dante deve compiere il viaggio per volontà divina. Così Chirone ordina a Nesso di portare in groppa in due poeti attraverso un guado, al di là del Flagetonte.
Durante il percorso Nesso indica a Dante alcuni dannati, tra cui Ezzelino da Romano, Guido di Monfort, Attila il re degli Unni, Pirro e Sesto Pompeo.
Attraversato il guado, Nesso torna nell' altra sponda senza accennare a Dante di scendere dalla sua groppa.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Minotauro= guardiano dell' ingresso nel VII cerchio.
- Nesso= centauro ucciso da Ercole.
- Chirone= maestro di Achille.
Canto XIII
TEMI
Dopo aver attraversato il fiume di sangue bollente in groppa al centauro Nesso, Dante e Virgilio si trovano ai margini di un bosco funestato dalla presenza delle arpie, uccelli dai volti umani.
Dante sente delle voci di dannati che si lamentano, ma non vede nessuno: Virgilio lo invita a spezzare un ramicello da un cespuglio e subito dal tronco sgorga del sangue accompagnato da una voce che si lamenta. Virgilio si scusa con l'anima che ha indirettamente ferito. È Pier della Vigna, che rivolge al protagonista una preghiera per riabilitare la propria fama nel mondo.
La guida domanda poi in che modo le anime si legano alle forme vegetali in cui sono racchiuse e cosa accadrà ai loro corpi, lasciati sulla terra, alla fine dei tempi. Piero risponde che le anime divengono come un seme da cui nascono le piante che si vedono nella selva dei suicidi. Per quanto riguarda i corpi, nel giorno del Giudizio Universale le anime li impiccheranno ai rami della pianta e lì rimarranno per l'eternità.
Appaiono poi le anime di due scialacquatori (coloro che spendono e sperperano), Lano e Jacomo, inseguiti da dei cani. Uno di loro cerca di nascondersi dentro un cespuglio, ma i cani lo raggiungono e lo sbranano. Da un tronco esce la voce di un anonimo suicida, Virgilio lo interroga e questi afferma di essere di Firenze.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Pier della Vigna = segretario dell'imperatore Federico Il e suo braccio destro, accusato di tradimento e suicidatosi per protestare la propria innocenza.
FIGURE SECONDARIE
- Lano da Siena = si tratta probabilmente di Arcolano da Squarcia, o Ercolano Macone, personaggio in vista a Siena e noto scialacquatore.
- Jacomo da Sant'Andrea = nobiluomo italiano, figlio di Olderico Fontana da Monselice e di Speronella Dalesmanni, il cognome gli deriva dal possedimento della curia di Sant'Andrea, nel contado Padovano.
- Fiorentino suicida.
Canto XIV
TEMI
Connettendosi con l'ultimo personaggio del canto precedente (l'anonimo suicida fiorentino) viene introdotto il nuovo girone, il terzo del cerchio della violenza, che riguarda i violenti contro Dio. Il girone viene rappresentato come un deserto immenso, circondato dalla foresta dei suicidi, che è a sua volta circondata dal Flegetonte.
Ci sono tre gruppi di peccatori che si distinguono dalla posizione in cui si trovano: alcuni sono supini, altri seduti, altri in costante movimento. Sul deserto cadono incessantemente delle fiamme che incendiano la sabbia dalle quali i peccatori non trovano riparo.
Dante nota un personaggio gigantesco, ostile anche nel modo in cui giace e chiede a Virgilio chi fosse; Prima che la guida possa rispondere, il peccatore prende la parola e si vanta di essersi opposto con successo a Giove quando era vivo. Virgilio interviene con forza, a questo punto, rinfacciando a Capaneo (il personaggio) la vanità della sua opposizione a Dio.
Dante nota dei viandanti che arrivano al fiumicello rosso di sangue che esce dalla selva dei suicidi. Virgilio spiega che l'origine di questo ruscelletto, come di tutti gli altri corsi d'acqua infernali sta nel Veglio di Creta, ovvero una statua eretta in una caverna sotto il monte Ida, nell'isola di Creta.
La statua ha la testa d'oro, il petto e le braccia d'argento, il torso di ferro e uno dei piedi di terracotta: tutte le membra al di fuori della testa hanno delle crepe dalle quali escono lacrime. Queste discendono fino agli inferi e qui formano i quattro grandi specchi d'acqua infernali: Acheronte, Stige, Flegetonte e Cocito.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Capaneo = uno dei 7 re che combatterono a Tebe contro Eteocle nella guerra immortalata nella Tebaide di Stazio.
Canto XV
TEMI
Dante e Virgilio proseguono lungo il canale che attraversa la piana infuocata servendosi delle sponde rialzate per camminare; sopraggiunge un gruppo di anime: Brunetto Latini riconosce il protagonista e quest'ultimo si meraviglia di trovare qui l'antico maestro.
Brunetto inizia ad interrogare il suo allievo domandandogli lo scopo di questo viaggio e chi è colui che lo sta guidando. Dante risponde che l'itinerario che sta percorrendo gli è necessario per riprendersi dallo smarrimento morale e che è guidato dall'anima accanto a loro (Virgilio).
Brunetto presagisce a Dante le ostilità che lo aspettano in futuro, invitandolo a resistere alla cattiva sorte e alle ingiustizie che subirà da parte dei concittadini.
La conversazione prosegue e Dante domanda chi siano gli altri dannati nel gruppo in cui si trova il maestro. Quest'ultimo risponde che sono tutti ecclesiastici o grandi letterati e nomina Prisciano, Francesco d'Accorso e Andrea de' Mozzi.
Nel congedarsi da Dante, Brunetto gli raccomanda il suo libro intitolato Tesoro e si dilegua, correndo molto velocemente per allontanarsi dal gruppo di anime a cui non doveva mischiarsi.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Brunetto Latini = scrittore, poeta, politico e notaio italiano, autore di opere in volgare italiano e francese; maestro di retorica di Dante.
FIGURE SECONDARIE
- Prisciano = grammatico romano, vissuto tra la fine del V secolo e l'inizio del successivo.
- Francesco d'Accorso = giurista e letterato italiano, figlio del celebre glossatore Accursio.
- Andrea de' Mozzi = vescovo cattolico italiano, vescovo di Firenze dal 1287 al 1294.
Canto XVI
TEMI
Tre anime, che riconoscono in Dante un compatriota fiorentino, gli si fanno incontro correndo. Le loro membra sono sfigurate da bruciature vecchie e nuove. lacopo Rusticucci, portavoce del gruppo, presenta se stesso e i due compagni, Guido Guerra e Tegghiaio Aldobrandi. Ammette poi il peccato che lo accomuna ai compagni: il peccato di sodomia.
lacopo chiede se sono vere le virtù che regnavano a Firenze e il protagonista ammette la decadenza della città dovuta alla corruzione.
Il testo si rivolge al lettore per chiedergli di accettare il racconto di una verità difficile e l'autore giura sul successo del proprio libro, la comedia, che quanto il testo sta per narrare è tutto vero: il protagonista ha assistito all'ascesa dal fondo dell'abisso di Gerione.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Guido Guerra = condottiero e politico italiano, membro della famiglia dei conti Guidi, figlio del conte Marcovaldo di Dovadola e di Beatrice dei conti di Capraia.
- Tegghiaio Aldobrandi = politico italiano, figlio di Aldobrando Adimari.
- Iacopo Rusticucci = politico italiano; apparteneva alla consorteria dei Cavalcanti.
FIGURE SECONDARIE
- Guglielmo Borsiere = personaggio probabilmente vissuto realmente del quale però non si ha nessuna informazione storica certa.
- Gerione = personaggio della mitologia greca.
Canto XVII
TEMI
Dirigendosi verso Gerione, i viandanti si imbattono in un ultimo gruppo di peccatori: gli usurai, con gli occhi colmi di lacrime. Mentre Virgilio tratta con il mostro, Dante è lasciato libero di andare ad osservarli.
Dante cerca di riconoscere qualcuno tra loro, ma i soli elementi di identificazione sono gli stemmi che portano dipinti sulle borse che pendono dal loro collo.
Si individuano gli stemmi di tre famiglie: i Gianfigliazzi e gli Obriachi, fiorentini, e gli Scrovegni, da Padova.
Dante si ferma a parlare con il padovano Reginaldo e dal dialogo emerge che sono presenti altre due persone di spicco in quel girone: un altro padovano e un altro fiorentino, probabilmente Giovanni Buiamonte.
Virgilio, che è salito in groppa a Gerione, invita Dante a unirsi a lui. Gerione inizia la discesa verso il cerchio della frode.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Gerione = personaggio della mitologia greca.
- Reginaldo Scrovegni = nobile padovano della fazione guelfa; noto soprattutto per essere stato un malvagio usuraio.
FIGURE SECONDARIE
- Esponenti famiglia dei Gianfigliazzi e degli Obriachi.
Canto XVIII
TEMI
I due viandanti si trovano nelle Malebolge: l'ottavo cerchio, quello che raccoglie i peccati di frode.
Sul fondo della bolgia si vedono due schiere di peccatori che procedono in senso inverso. Alcuni demoni armati di frusta non danno tregua ai peccatori che fuggono incessantemente davanti a loro.
Tra i ruffiani, che costituiscono il primo gruppo di dannati, Dante riconosce Venedico Caccianemico, un bolognese, che denuncia il proprio peccato come tipico della città da cui proviene.
Dante guarda un'altra schiera di dannati, quella dei seduttori e tra loro spicca Giasone.
Dante e Virgilio raggiungono il margine della bolgia successiva e da lì salgono sul ponte che l' attraversa. Dal fondo provengono lamenti e un odore terribile: i peccatori infatti sono immersi nello sterco. Tra loro Dante riconosce Alessio Interminelli, un lucchese, con cui scambia qualche parola. Subito dopo Virgilio indica a Dante Taide, una cortigiana che compare in una commedia di Terenzio, con la quale si chiude il canto.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Venedico Caccianemico = politico italiano.
- Giasone = figura della mitologia greca.
- Alessio Interminelli = nobile lucchese vissuto nel XIII secolo. Appartenente a una famiglia di parte guelfa e bianca.
- Taide = famosa per aver istigato Alessandro Magno ad incendiare Persepoli.
Canto XIX
TEMI
Ci troviamo nella bolgia dei simoniaci ovvero coloro che fanno commercio delle cariche della Chiesa.
Dall'alto del ponte Dante vede il fondo della bolgia pieno di buchi: da questi fori scavati nella roccia della bolgia si vedono uscire le gambe dei dannati, i quali hanno tutti i piedi infuocati e scalciano disperatamente.
Incuriosito dalla violenza con cui uno dei dannati scalcia e dall'intensità della fiamma che gli aderisce ai piedi, Dante chiede a Virgilio di saperne di più. Scopriamo essere papa Niccolò III che all'inizio scambia Dante per Bonifacio VIII, colui che era destinato a sostituirlo. Niccolò si presenta chiarendo le cause della propria colpa e predice poi l'infame condotta del papa che seguirà Bonifacio VIII, Clemente V.
Il protagonista fa dunque un'invettiva contro i papi simoniaci e non risparmia neppure l'imperatore Costantino.
Il peccatore reagisce alle parole di Dante scalciando ancora più forte. Virgilio accoglie con espressione soddisfatta il rimprovero di Dante contro la corruzione della Chiesa, lo abbraccia e poi lo trasporta sull'argine successivo.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Niccolò III = papa della Chiesa cattolica dal 1277 alla morte; fu il primo papa ad abitare stabilmente in Vaticano.
FIGURE SECONDARIE
- Bonifacio VIII = papa della Chiesa cattolica dal 1294 alla morte.
- Clemente V = papa dal 1305 sino alla morte; ricordato per aver trasferito la Santa Sede in Francia.
Canto XX
TEMI
Il canto è dedicato alla bolgia degli indovini dove una schiera di persone, piangenti in silenzio, avanzano lentamente sul fondo del vallone. Tutti i dannati hanno i visi rivolti all'indietro, con il collo stravolto.
Il testo si apre con un appello al lettore in cui si chiede di comprendere le ragioni del pianto del protagonista di fronte alla distorsione dell'immagine umana a cui gli tocca assistere.
Virgilio rimprovera Dante per quelle lacrime e passa a elencare i personaggi di maggior spicco nella schiera degli indovini: il primo è Anfiarao, segue Tiresia, il terzo è Arunte e l'ultima a essere nominata è Manto. Con l'incontro di quest'ultima Virgilio approfitta per raccontare la storia della fondazione della città dove nacque (Mantova).
Segue la menzione di altri quattro indovini: Euripilo, Michele Scoto, Guido Bonatti e Asdente. Insieme a loro una schiera di indovine femminili delle quali si mantiene l' anonimato per sottolinearne la limitata importanza.
I canto si chiude con l'invito di Virgilio a riprendere il cammino.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Anfiarao = uno dei 7 re che mosse guerra a Tebe e che aveva previsto la propria morte in battaglia.
- Tiresia = indovino dell'antichità, che era stato prima uomo, poi donna, poi di nuovo uomo e aveva avuto il dono della profezia in cambio della vista, che gli era stata tolta da Giunone.
- Arunte = un etrusco che si era stabilito sui monti del Carrarese.
- Manto = sacerdotessa figlia di Tiresia e fondatrice della città di Mantova.
FIGURE SECONDARIE
- Euripilo = personaggio della mitologia greca; capitano acheo proveniente dalla Tessaglia il quale partecipò alla guerra di Troia.
- Michele Scoto = filosofo scolastico, alchimista scozzese e astrologo di Federico II.
- Guido Bonatti = astronomo e astrologo attivo alla corte di Guido da Montefeltro.
- Asdente = di professione ciabattino (come un calzolaio), nella seconda metà del Duecento divenne famoso per le sue predizioni (essendo un indovino); esercitava presso Parma.
Canto XXI
TEMI
Attraversando il ponte che conduce alla quinta bolgia, luogo di pena dei barattieri, Dante e Virgilio si fermano a guardare dall'alto una pece nera e densa che bolle.
Dall'alto arriva un demone alato che trasporta l'anima di un barattiere lucchese morto da poco e lo getta nella pece bollente. I demoni a guardia della bolgia si chiamano Malebranche.
Virgilio consiglia al protagonista di stare nascosto mentre lui va a parlare con i diavoli: chiede loro di parlare con il capo, Malacoda, per spiegargli la propria missione.
Dante si fa avanti con grande paura e i diavoli lo circondano con aria minacciosa. Malacoda fa valere la propria autorità e ordina di smetterla con le minacce; spiega poi a Virgilio, mentendo, che un terremoto aveva sconvolto il basso inferno facendo cadere uno dei ponti sulla bolgia seguente ma che i viandanti avrebbero comunque potuto trovare un altro ponte più avanti. Organizza quindi una squadra di 10 diavoli e ordina loro di scortare il protagonista e la sua guida fino a quel ponte.
I diavoli perciò si mettono in viaggio ma non prima che Malacoda risponda con uno sconcio segnale di spregio e derisione.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Malacoda = capo della diabolica truppa di demoni, i Malebranche.
FIGURE SECONDARIE
- Scarmiglione, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello e Rubicante = diavoli.
Canto XXII
TEMI
I dannati immersi nella pece bollente tentano di sottrarsi in qualche modo al tormento facendo affiorare qualche parte del corpo quando nessun diavolo li vede. L'attenzione del poeta viene attratta da un peccatore che, non abbastanza rapido a immergersi, viene uncinato e tratto fuori dalla pece.
Tutti gli altri diavoli stanno per avventarsi contro il malcapitato, quando Virgilio, su richiesta di Dante, avvicinandosi, gli chiede chi sia. Si tratta del barattiere Ciampolo di Navarra.
Dante domanda se ci sono altri dannati italiani nella pece insieme a lui e il peccatore risponde nominando un sardo. Virgilio chiede poi chi siano i personaggi accanto a lui e Ciampolo ne dà quindi i nomi: frate Gomita e Michele Zanche.
Ciampolo organizza uno stratagemma per sfuggire ai diavoli offrendo loro di far venire a galla molti altri dannati. I diavoli sono tentati dall'offerta di catturare e tormentare a piacimento altri peccatori ma temono che questa offerta sia un trucco del peccatore.
I diavoli si ritraggono e Ciampolo invece di chiamare gli altri dannati ne approfitta per tuffarsi nella pece. Dante e Virgilio riprendono il loro cammino.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Ciampolo di Navarra = barattiere.
FIGURE SECONDARIE
- Scarmiglione, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello e Rubicante = diavoli.
- frate Gomita = politico italiano.
- Michele Zanche = politico italiano.
Canto XXIII
TEMI
Dante ripensa alla scena che si è appena svolta e gli sembra che si conformi alla favola di Esopo.
Chiede poi alla guida di trovare un nascondiglio dai diavoli ma i Malebranche, in poco tempo, si avventano su di loro. Preso Dante in braccio, Virgilio si lascia scivolare lungo il pendio della bolgia verso quella successiva, quella degli ipocriti. Dal fondo della sesta bolgia i viandanti vedono la rabbia dei diavoli, che non possono lasciare la zona di competenza.
Dante vede i dannati procedere lenti perché schiacciati da pesanti mantelli di piombo la cui superficie esterna sembra d'oro. L' accento toscano del protagonista attira l'attenzione di due peccatori: Catalano e Loderingo, entrambi dell'ordine dei frati Gaudenti.
Improvvisamente l'attenzione del poeta viene attratta da un dannato crocifisso in terra con tre pali. Si tratta di Caifa, sul cui corpo devono passare tutti gli ipocriti con il loro peso; della stessa pena soffrono Anna, suo suocero, e i membri del Sinedrio che giudicarono Cristo.
Infine, Virgilio chiede a Catalano se ci sia una via d'uscita dalla bolgia e, apprendendo che non c'è, comprende di essere stato ingannato da Malacoda. Mentre Catalano sottolinea ironicamente che, tra i vizi dei diavoli, c'è anche la menzogna, Virgilio e Dante si allontanano.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- fra' Catalano de' Malavolti = religioso italiano.
- fra' Loderingo degli Andalò = religioso italiano.
FIGURE SECONDARIE
- Caifa = colui che consigliò ai Farisei di uccidere Gesù in nome del bene comune.
- Anna.
Canto XXIV
TEMI
Il turbamento di Virgilio per l'inganno di Malacoda lascia sbigottito Dante.
Giunti ai piedi del ponte franato, la sua guida torna a parlargli amabilmente come se nulla fosse accaduto. La guida aiuta il protagonista a superare il dislivello dal fondo della sesta bolgia all'argine che la divide dalla prossima. Dante si ferma per riprendere fiato e Virgilio lo esorta a riprendere il cammino.
Così si incamminano sull'alto ponte di pietra che sovrasta la settima bolgia, luogo di pena dei ladri. Dante chiede a Virgilio di scendere a vedere e questi acconsente: agli occhi dei due poeti si presenta una scena terribile. Il fondo del fossato è infestati di serpenti che tormentano un'immensa schiera di peccatori avvinghiandosi a loro e mordendoli continuamente.
Uno di questi dannati viene morso alla gola e subito arde. Divenuto cenere, dopo qualche attimo si ricompone e riprende le sue fattezze, pronto a sopportare un nuovo supplizio: si tratta del ladro pistoiese Vanni Fucci. Questo, dopo aver confessato di essere stato l'autore del furto nella sagrestia della chiesa di San Jacopo a Pistoia, per il quale fu condannato un innocente, predice a Dante che presto i Bianchi di Firenze saranno definitivamente cacciati dalla città ad opera dei Neri.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Vanni Fucci = cittadino pistoiese di parte nera.
Canto XXV
TEMI
Vanni Fucci rivolge un gesto osceno e insieme blasfemo contro Dio e per questo viene attaccato da due serpenti che ne immobilizzano le mani e la gola. Dante insorge un' invettiva contro Pistoia.
Coperto di serpenti e con un drago sulle spalle, entra in scena il centauro Caco, condannato tra i ladri e non insieme ai suoi simili perché responsabile di un furto fraudolento, per il quale era stato ucciso da Ercole.
Nel frattempo sopraggiungono, non visti, tre ladri fiorentini, Agnolo Brunelleschi, Buoso Donati e Puccio Sciancato che si rivolgono a Dante e a Virgilio chiedendo loro chi siano.
A questo punto i due poeti assistono a un evento terrificante. Un serpente a sei zampe, che non è altri se non il dannato Cianfa Donati, si avvinghia ad Agnolo Brunelleschi e, dopo averlo addentato su entrambe le guance, si trasforma insieme alla sua vittima: divengono entrambi un unico essere mostruoso. Al termine della metamorfosi, l'orribile creatura si allontana lentamente.
Intanto un serpente nero striscia rapido contro il ventre degli altri due dannati. Improvvisamente trafigge all'ombelico Buoso Donati, che rimane immobile e intontito. Mentre dalla bocca del serpente e dalla ferita di Buoso Donati fuoriesce un fumo intenso, entrambi si guardano negli occhi e subiscono un orribile metamorfosi. Buoso Donati si muta lentamente in serpente, mentre il serpente, il dannato Francesco Cavalcanti, diviene simmetricamente un essere dall'aspetto umano.
Chi è diventato serpente fugge sibilando e chi uomo gli sputa dietro, esprimendo all'altro dei tre ladri, Puccio Sciancato, il piacere sadico che prova nel vedere il compagno di pena correre per tutta la bolgia, strisciando.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Agnolo Brunelleschi.
- Cianfa Donati = politico italiano attivo a Firenze.
- Francesco de' Cavalcanti.
- Puccio (Sciancato) de' Galigai.
FIGURE SECONDARIE
- Vanni Fucci = cittadino pistoiese di parte nera.
- Caco.
Canto XXVI
TEMI
Prima di risalire dalla settima bolgia, Dante pronuncia un'invettiva contro Firenze, rimproverandole la cattiva fama che la contraddistingue nel mondo.
Dal ponte dell'ottava bolgia, in cui scontano la propria pena i consiglieri di frode, il poeta vede un'immensa distesa di lingue di fuoco, ognuna delle quali avvolge e nasconde l'anima di un dannato. L'attenzione di Dante è attratta da una fiamma che avanza divisa: questa contiene Ulisse e Diomede, puniti insieme per gli innumerevoli inganni orditi, tra cui quello famoso del cavallo di Troia.
Prega dunque la sua guida di poter parlare con loro. Virgilio quindi si rivolge alla fiamma biforcuta, chiedendo ad ambedue le anime di raccontare la loro fine.
Ulisse, narra che, dopo la partenza dalla terra di Circe, il suo desiderio di conoscere il mondo e gli uomini andava oltre l'amore per i propri cari e perciò salpò con un piccolo ma fedele equipaggio. Viaggiò per il Mediterraneo e giunse fino alle Colonne d'Ercole, il confine oltre il quale l'uomo non doveva spingersi.
Egli però volle proseguire: rivolse la prua verso occidente, oltre le Colonne d'Ercole. Dopo cinque mesi di navigazione, avvistò la montagna del Purgatorio: l'allegria si convertì in pianto perché dalla montagna ebbe origine un vortice che, dopo aver fatto girare la nave su se stessa per tre volte, la fece inabissare e il mare vi si richiuse sopra.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Ulisse = personaggio mitologia greca.
- Diomede = personaggio mitologia greca.
Canto XXVII
TEMI
Sopraggiunge la fiamma di un altro fraudolento che, con sforzo estremo, riesce a far udire la propria voce: è Guido da Montefeltro. Il dannato, avendo riconosciuto la parlata lombarda di Virgilio, si informa se i romagnoli siano in pace o in guerra. Invitato da Virgilio, risponde Dante illustrando la geografia politica della Romagna.
Dante chiede quindi al dannato, offrendogli fama in cambio, di identificarsi e questo accetta convinto che il suo interlocutore sia anch'esso un peccatore.
Segue perciò l'autobiografia di Guido da Montefeltro: diventato frate francescano per espiare le proprie colpe e guadagnare la vita eterna, sarebbe riuscito nel suo intento se non fosse stato ingannato da papa Bonifacio VIII. Questi infatti, in guerra con la famiglia dei Colonnesi, chiese a Guido un ingannevole consiglio per batterli, promettendogli anticipatamente l'assoluzione per il suo peccato. Guido cedette alla richiesta di Bonifacio VIII e diede il suo consiglio.
Tuttavia quando morì, san Francesco che voleva portare con sé la sua anima in Paradiso viene contrapposto da un diavolo che prese l'anima di Guido da Montefeltro e se la portò all'Inferno.
All'allontanarsi di Guido, Dante e Virgilio proseguono il loro cammino.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Guido da Montefeltro = condottiero, politico e religioso italiano, signore della contea di Montefeltro, ghibellino, si distinse per le imprese militari condotte in Romagna.
Canto XXVIII
TEMI
Nella nona bolgia il contrappasso punisce chi seminò discordie e provocò scismi. Fra questi dannati Dante incontra Maometto con le interiora e l'intestino che gli penzolano fra il mento e l'inguine, e suo genero Alì con il volto spaccato dal mento alla fronte. Dopo aver saputo da Virgilio che Dante è vivo, il profeta dell'islamismo gli raccomanda di avvertire lo scismatico fra Dolcino dell'assedio in cui lo stringerà il vescovo di Novara, affinché possa prepararsi e ritardare il proprio arrivo nella nona bolgia.
Anche il romagnolo Pier da Medicina, con la gola squarciata e privo del naso e di un orecchio, affida a Dante un messaggio per due eminenti cittadini di Fano, preannunciando un prossimo tradimento del signore di Rimini, città che costò cara a un altro dannato, il tribuno Curione che spinse Cesare contro Pompeo e ora porta la lingua mozzata in gola.
Quindi il fiorentino Mosca dei Lamberti con le mani mozzate chiede di essere ricordato come colui che diede inizio alle faide tra guelfi e ghibellini.
Infine si presenta il trovatore Bertran de Born che, per aver istigato il re Enrico III a ribellarsi al padre, ora è smembrato egli stesso e porta in mano la propria testa come fosse un lume.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Maometto = Profeta dell'Islam.
- Alì = genero di Maometto.
- Pier de Medicina.
- Curione = politico romano.
- Mosca dei Lamberti = politico e condottiero italiano.
- Bertran de Born = militare, trovatore, poeta francese e barone occitano.
Canto XXIX
TEMI
Prima di lasciare la nona bolgia Dante cerca con gli occhi un suo parente, Geri del Bello, seminatore di discordia, passato sotto il ponte mostra sdegno e minaccia col dito Dante.
Ripreso il cammino, i due viandanti giungono sopra l'ultima bolgia dell'ottavo cerchio, nella quale si trovano i falsari, divisi in quattro categorie: falsari di metalli con alchimia, falsari di persone, falsari di monete e falsari di parole.
Gli alchimisti con il corpo deformato da orribili morbi giacciono a mucchi o si trascinano. Due di questi dannati attirano l'attenzione di Dante: stanno seduti, appoggiandosi l'uno alla schiena dell'altro, e cercano, con furiosa impazienza, di liberarsi delle croste che li ricoprono interamente. Il primo, Griffolino d'Arezzo e il secondo, Capocchio.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Geri del Bello = lontano parente di Dante.
- Griffolino d'Arezzo = falsatore di metalli.
- Capocchio = eretico italiano; falsatore di metalli.
Canto XXX
TEMI
Improvvisamente compaiono due anime, pazze di furore: l'una si avventa su Capocchio da Siena, e azzannandolo al collo lo trascina, l'altra su Griffolino. Ma prima di essere sbranato, l'aretino rivela a Dante l'identità e il peccato dei due: sono il fiorentino Gianni Schicchi e Mirra, che si finsero un'altra persona per ottenere favori da un testamento l'uno, l'altra per commettere adulterio con il padre.
Quindi a Dante appare un dannato, con il ventre rigonfio per l'idropisia, che confessa di essere maestro Adamo, e di aver falsificato il fiorino di Firenze su incarico dei conti Guidi da Romena, nel Casentino. Su invito di Dante, maestro Adamo denuncia l'identità di due suoi compagni di pena: l'una è la moglie di Putifarre che accusò ingiustamente Giuseppe, l'altro falsario di parola è il greco Sinone. Quest'ultimo reagisce alla denuncia di maestro Adamo, e i due danno vita a una rissa.
Dante rimane intento a seguire la lite fino a che non lo distolgono i rimproveri di Virgilio per aver dimostrato tanto interesse.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Griffolino d'Arezzo = falsatore di metalli.
- Capocchio = eretico italiano; falsatore di metalli.
- Gianni Schicchi = falsatore di persone.
- Mirra = falsatore di persone.
- mastro Adamo = falsatore di monete.
- moglie di Putifarre = falsatore di parole.
- Sinone = greco a cui fu affidato da Ulisse il compito di presentare il cavallo di Troia.
Canto XXXI
TEMI
Dante e Virgilio lasciano Malebolge, e, superato l'ultimo argine roccioso, si ritrovano immersi nel crepuscolo e odono un suono di corno terribile. Per la scarsa luce Dante crede di vedere le torri di una città che sono invece, gli spiega Virgilio, giganti conficcati attorno al pozzo dalla vita in giù. Giunti ai margini del pozzo Virgilio mostra al suo allievo Nembrotte, il gigante responsabile della costruzione della torre di Babele, il quale ora parla una lingua incomprensibile, poi Efialte che sfidò Giove tentando di scalare l'Olimpo e ora è incatenato in modo da non potersi muovere, mentre Briareo, di cui Dante ha chiesto notizie, è immobilizzato più lontano e non è visibile.
Accanto a Nembrotte è conficcato Anteo, il gigante ucciso da Ercole, libero da catene perché non prese parte alla rivolta contro Giove: dopo averlo carezzato, Virgilio gli chiede di trasportarlo sul fondo del pozzo. Anteo non può opporsi alla richiesta, quindi distende la mano e afferra Virgilio, che a sua volta stringe a sé Dante.
Infine depone i due sulla distesa ghiacciata di Cocito.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Nembrotte, Efialte e Anteo = giganti.
Canto XXXII
TEMI
Dopo aver invocato l'aiuto delle Muse per descrivere in poesia l'ultima e più terribile parte dell'Inferno, Dante racconta dei dannati della Caina, la prima zona del nono cerchio, in cui scontano la loro pena i traditori dei parenti. Dante scopre di trovarsi su un lago ghiacciato, il Cocito, nel quale le anime sono immerse fino al collo e tengono la testa, che fuoriesce dal ghiaccio, rivolta all'ingiù. Il freddo fa battere loro i denti e gli occhi sono gonfi di lacrime.
Dante domanda chi siano due dannati quasi attaccati l'un l'altro e viene a sapere che il ghiaccio ha serrato loro la bocca; Camicione de' Pazzi, un'anima vicina, li informa che si tratta di Napoleone e Alessandro Alberti, signori della valle del Bisenzio, condannati al ghiaccio della Caina.
D'un tratto Dante, tremante dal freddo, calpesta involontariamente il volto di un dannato che gli chiede piangente se sia venuto ad aumentare la sua pena per il suo tradimento durante la battaglia di Montaperti. Mentre Dante cerca di estorcere il nome del dannato, un'anima vicina glielo urla: Bocca. Vedendosi scoperto, Bocca degli Abati rivela che il suo delatore è Buoso da Dovera, signore di Cremona, e che giacciono nell'Antenora, insieme ad altri personaggi, per aver tradito la patria.
Allontanatosi con Virgilio, Dante vede infine un dannato che rode il capo a un altro. Inorridito, il poeta gli chiede il motivo del suo accanimento bestiale nei confronti del compagno di pena.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
FIGURE SECONDARIE
- Camicione de' Pazzi= personaggio vissuto nel 200 appartenente alla famiglia de' Pazzi di Firenze.
- Napoleone e Alessandro Alberti=Figli di Alberto di Mangona ( della antica famiglia degli Alberti), conti di Vernio e di Mangona. Essi erano divisi da un odio feroce per ragioni di interesse economico, prima ancora che per contrapposizione politica.
- Bocca degli Abati = nobile fiorentino di fazione ghibellina, vissuto nel XIII secolo.
Canto XXXIII
TEMI
Dopo aver allontanato la bocca dal pasto, il dannato decide di raccontare la sua fine, nonostante lui sa che la narrazione gli procurerà molto dolore. Si tratta del conte Ugolino della Gherardesca che fu rinchiuso nella torre dei Gualandi (a Pisa) dell'arcivescovo Ruggieri, assieme ai suoi due figli e due giovani nipoti.
Dante allora iniziò un'invettiva contro Pisa, che si macchiò di un delitto così feroce.
Con Virgilio giunge intanto nella Tolomea, dove sono puniti i traditori degli ospiti. Questi, supini e fasciati dal ghiaccio, sono impediti dal piangere perché le lacrime si ghiacciano sui loro occhi. Uno di loro chiede a Dante di liberargli gli occhi dal ghiaccio per consentirgli di piangere un poco. Il poeta promette il suo aiuto, purché il dannato gli dica il suo nome.
Si tratta di frate Alberigo Manfredi, protagonista di una spietata vendetta consumata durante un banchetto. Egli rivela che le anime dei dannati giungono nella Tolomea appena si macchiano di omicidio. Nel frattempo il loro corpo, posseduto da un demonio, continua a vivere sulla terra, come è accaduto al genovese Branca Doria, l'anima del quale giace da parecchio tempo nel gelo della Tolomea, nonostante il suo corpo sia ancora in vita. Dante allora si scaglia contro i genovesi, gente aliena da ogni buona costumanza e piena di vizi.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- conte Ugolino= politico italiano ghibellino che parteggiò per i guelfi.
FIGURE SECONDARIE
- Alberigo Manfredi= frate che il 2 maggio 1285 invitò a cena due suoi parenti con i quali era in discordia, Manfredo e Alberghetto dei Manfredi, e li fece uccidere ad un segnale convenuto, che era quello di servire "la frutta".
- Branca Doria = della nota famiglia ghibellina di Genova, ricoprì numerosi incarichi politici in Sardegna, quando l'isola era sotto il controllo genovese, e dovette lottare contro il dominio aragonese.
Canto XXXIV
TEMI
Arrivati nella Giudecca, Virgilio racconta a Dante che il re dell'Inferno è ormai vicino. Un vento fortissimo si abbatte contro di loro e Dante si ripara dietro la sua guida. A un certo punto Virgilio indica la figura di Lucifero e Dante ne rimane molto impressionato. Lucifero è enorme, nella sua testa si possono distinguere tre facce: rossa quella centrale, bianca quella a destra, nera quella a sinistra. Per ciascuna faccia fuoriescono due ali da pipistrello e il loro movimento produce un vento gelido.
Ogni bocca ha tra i denti un peccatore: Giuda Iscariota la rossa, Bruto la nera, Cassio la bianca.
Arrivati a questo punto è ormai giunta l'ora di lasciare l'Inferno, Virgilio invita Dante ad aggrapparsi al suo collo in modo tale da raggiungere il manto di Lucifero e scendono fino al centro della terra. Uscito dall'Inferno, Virgilio giunge faticosamente sull'orlo di una roccia, sulla quale posa Dante che con stupore si accorge che Lucifero è capovolto con le gambe in su e non capisce il perchè. Virgilio gli rivela che ormai hanno abbandonato l'emisfero boreale e si trovano in quello australe, dove è giorno quando dall'altra parte è notte. Lucifero è caduto qui dal cielo e la terra, per paura di lui, si è ritirata dando origine alla voragine dell'Inferno che corrisponde alla montagna del Purgatorio nell'emisfero australe. Virgilio e Dante infine riprendono a salire attraverso un passaggio nascosto e finalmente escono a rivedere le stelle.
FIGURE PRINCIPALI
- Dante agens (personaggio) e Dante auctor (autore).
- Virgilio = guida per Dante, simbolo della ragione, colui che scrive le Georgiche, Bucoliche e l'Eneide (3 opere più influenti nella letteratura latina).
- Lucifero = enorme orrida creatura pelosa, dotata di tre facce su una sola testa e tre paia d'ali di pipistrello. Nella tradizione giudaico-cristiana virgilio è il nome che viene assegnato a satana.
FIGURE SECONDARIE
- Giuda iscariota =figlio di Simone, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù, quello che secondo il Nuovo Testamento lo ha tradito per trenta denari attraverso il gesto di un bacio.
- Bruto e Cassio= i due congiurati che uccisero Giulio Cesare.